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16.11.05

Il governo tunisino getta la maschera

Alla fine il governo tunisino non ha resistito ed ha svelato la sua vera natura; quella di una repubblica che da quasi un decennio, è regno incontrastato di un partito unico che da un lato si mostra fautore di una politica modernizzatrice ed inflessibile nei confronti dell’estremismo islamico, e dall'altro cerca di annientare ogni vera forma di opposizione interna che possa mettere in pericolo l’autorità del Presidente, utilizzando carcerazioni arbitrarie e indiscrimate, torture e omicidi mirati. la vera natura di un presidente, Zine El Abidine Ben Ali eletto dopo una elezione farsa che lo ha riconfermato per la quarta volta nell’ottobre 2004, e ha regalato al suo partito, il Rassemblement Constitutionnel Democratique, 152 seggi su 189 disponibili; La concezione di democrazia del governo tunisino è salita prepotentemente alla ribalta grazie al WSIS, organizzato (tra molte polemiche) in un paese che soltanto qualche giorno prima aveva inflitto una pena spropositata ai cosidetti "internauti di Zarsis". Ed è proprio il giorno prima dell'inizio del WSIS che il governo tunisino ha deciso di tirare la corda, mostrando il suo vero volto. Ieri infatti è stato bloccato dalla polizia tunisina il Citizen's Summit, l'incontro della società civile, tunisina ed internazionale, sugli stessi temi trattati dal WSIS; la polizia ha imposto all'Hotel che doveva ospitarlo di cancellare l'evento. I rappresentanti delle organizzazioni e associazioni presenti a Tunisi hanno deciso un nuovo luogo di riunione ma la polizia tunisina senza alcuna spiegazione ha allontanato in maniera violenta i partecipanti al summit, tunisini e non, arrivando a confiscare la videocamera di un operatore belga che aveva ripreso la scena. Contemporeanamente un giornalista francese Christophe Boltanskiè, corrispondente del giornale transalpino Liberation è stato aggredito nei pressi del suo hotel nel quartiere delle ambasciate della capitale tunisina; il giornalista, che da anni si occupa di diritti umani, è stato picchiato e accoltellato da quattro uomini, dileguatisi subito dopo. "Questo nuovo atto di intimidazione - scrive Reporters sans frontières , ai quali è stato negato l'ingresso nel paese - dimostra che è stata deliberatamente organizzata una campagna contro i media stranieri e gli attivisti tunisini dei diritti umani alla vigilia del WSIS. Ancora una volta le autorità tunisine non hanno esitato ad usare la violenza contro i giornalisti". Come del resto succede anche in Italia, che con la Tunisia condivide lo stesso concetto di libertà e di giustizia.

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