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16.7.05

iteam5/blog podcast

Iniziamo con qualche esperimento podcast..; per non esagerare li faccio leggere a Speak Aloud un buon software per il text to speech, magari nel prossimo futuro ascolterete pure la nostra voce.. chissà..
Nel frattempo, attrezzatevi con Ipod o simili, scaricate software come Ipodder, guardatevi le directory di Odeo e studiatevi il fenomeno podcast, oppure ...

1 Commenti:

Blogger Francesco Passantino ha scritto...

Repubblica 20 luglio 2005

Nasce sul Web, viaggia nell'iPod
Podcasting, la rivoluzione della radio


Secondo qualcuno sta per ripetersi un fenomeno simile a quello delle radio libere degli anni Settanta, quando un gruppo di giovanotti con un microfono e un mixer rivoluzionarono il mondo ingessato dell'etere. Secondo altri finirà tutto in un fuoco di paglia. Di certo c'è che dopo "mp3" e "blog" c'è un altro termine col quale tutti, anche quelli che non hanno alcuna dimestichezza con i computer e internet, devono cominciare a fare i conti. La parola magica è "podcasting". Memorizzatela bene, perché nei prossimi mesi ve la presenteranno in ogni salsa.

Proprio gli mp3 e i blog sono un ottimo punto di partenza per capire di cosa si parla quando si dice podcasting. Registrate la vostra voce in un mp3, pubblicatela sul vostro blog e trovate il modo di farla entrare nell'iPod (o in qualunque altro lettore audio portatile) dei vostri visitatori. Avrete realizzato un podcast.

Pare poco. Pareva poco a molti, fino a qualche settimana fa, quando il pubblico di tutti i podcasting negli Stati Uniti era stimato intorno alle 840 mila unità. Numeri lusinghieri, ma di nicchia, che facevano tutto sommato del podcasting un nano tra le grandi correnti di internet. La situazione è cambiata completamente il 28 giugno scorso, quando il nano è salito sulle spalle del gigante che detta legge in materia di musica online: iTunes, il lettore multimediale con annesso negozio musicale di Apple, un servizio che in due anni di vita ha inondato gli iPod di tutto il mondo con mezzo miliardo di canzoni legalmente acquistate.

Il 28 giugno Apple ha annunciato l'inserimento di 3 mila podcast in iTunes. In due giorni, gli utenti del servizio ne hanno scaricati più di 1 milione. Allora, anche chi fino a quel momento aveva fatto finta di non vedere, ha dovuto aprire gli occhi. E sul carro del podcasting sono apparse voci famose: Lance Armstrong, ad esempio, che ogni giorno commenta di persona le sue imprese al Tour de France. O, in Italia, Max Pezzali, che racconta ai fan i suoi concerti in giro per la penisola.

"Nel corso dei prossimi mesi, iTunes introdurrà decine di milioni di ascoltatori al mondo del podcasting", ha commentato Adam Curry, un ex veejay di Mtv che tutti indicano come il padre del podcasting. Per Curry, che è stato tra i creatori del primo software gratuito per scaricare podcast, iTunes dovrebbe essere un concorrente. E invece lui e gli altri impresari della nuova tecnologia si leccano i baffi, perché capiscono che, grazie ad Apple, sul podcasting stanno finalmente per arrivare i soldi. Più chiaro di tutti parla August Trometer, sviluppatore di un altro software chiamato iPodderX: "Ora gli investitori pubblicitari ci prenderanno in considerazione".

L'idea è semplice: se il pubblico del podcasting comincerà a contarsi nell'ordine dei milioni, le aziende vorranno pagare per inserire messaggi promozionali negli mp3. Per i media tradizionali, si apre un nuovo business. Per il podcaster amatoriale, c'è il sogno trasformare un hobby in una professione. Per tutti quanti, il punto di riferimento si chiama Darren Rowse, un 32 enne australiano che grazie alla pubblicità sul suo blog ogni mese stacca assegni nell'ordine dei 10 mila euro. Se ha funzionato con i blog, perché non dovrebbe andare per il podcasting?

20/7/05 13:01

 

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