DDT, il governo finanzia e Berlusconi incassa
E' stata presentata in senato un'interrogazione parlamentare che riguarda la sempre più torbida e vergognosa faccenda dei decoder finanziati dalla stato, ufficialmente per far crescere l'utilizzo del digitale terrestre. Secondo alcuni senatori, una grande fetta del mercato dei decoder digitali sarebbe in mano ad una società del fratello del nostro amato presidente del consiglio, quel Paolo Berlusconi accusato di corruzione, falso in bilancio, appropriazioni indebite e peculato, reati per cui dovrà versare 101 miliardi di vecchie lire di risarcimento e per i quali ha chiesto il pattegiamento; quello stesso Paolo Berlusconi, fratello del nostro amato presidente del consiglio, già condannato a 13 mesi di reclusione per la vicenda giudiziaria del Golf club Tolcinasco, una nota storia di corruzione nell'hinterland milanese. Secondo l'interrogazione, presentata dal senatore della Margherita Luigi Zanda, l'intera operazione di finanziamento del digitale terrestre non sarebbe altro che una mera operazione commerciale. Il principale distributore in Italia dei decoder digitali Amstrad del tipo Mhp, infatti, è la Solari.com, controllata al 51% da Paolo e Alessia Berlusconi attraverso la società finanziaria Pbf srl da loro posseduta. "È curioso - afferma il senatore Zanda- notare che la società controllata da Paolo Berlusconi ha cominciato a commercializzare i decoder per la nuova tecnologia a gennaio 2005, proprio quando è stato lanciato il servizio pay per view Mediaset Premuim e, da gennaio a luglio 2005, il fatturato della Solari.com è raddoppiato fino a raggiungere 141 milioni di euro". Secondo Zanda e gli altri firmatari dell'interrogazione, tutti evidentemente disfattisti e comunisti, siamo di fronte ad una palese violazione del conflitto di interesse (violazione del conflitto di interesse? Berlusconi? Ma come vi permettete!) per cui "l'effetto non trascurabile di questa benedetta transizione al digitale terrestre è stato quello di aumentare il patrimonio della società Solari.com". Il senatore Zanda conclude chiedendosi se "il signor Paolo Berlusconi, così come richiede la legge sui conflitti d'interesse, ha dichiarato tempestivamente all'Autorità garante le sue partecipazioni nelle società Pbf e Solari.com". E ce lo chiediamo anche noi, convinti che Berlusconi sia assolutamente innocente; fiduciosi restiamo in attesa di una sua risposta che sarà come sempre una perla di saggezza, che senza indugio useremo come lubrificante per permettere alla famiglia Berlusconi di mettere in atto sui nostri corpi quelle pratiche che da tempo tutti noi allegramente subiamo.
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