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24.6.04

Meno libertà in rete dopo l'11 settembre

Reporter sans frontieres ha presentato i risultati di uno studio effettuato per monitorare lo stato di libertà della rete. Il rapporto, chiamato "Internet sotto stretta sorveglianza", punta il dito contro l'inasprimento del controllo sulla rete non solo nei paesi con democrazie deboli, ma anche nei paesi cosiddetti "democratici". Secondo i risultati dello studio, quattro paesi incarcerano gli individui ogni volta che affrontano sulla rete argomenti ritenuti 'sovversivi'; a guidare questa triste classifica è la Cina con 63 detenuti per reati di opinione perpetrati in Rete, segue il Vietnam con 7, le Maldive con 3 e la Siria con 2.
Nel rapporto si legge che "La censura delle pubblicazioni on line e' in rapida espansione e le dittature stanno sviluppando delle tecnologie sempre piu' sofisticate per filtrare la rete; la Cina e il Vietnam stanno diventando dei veri esperti in questa materia. Ma anche i regimi saudita, iraniano, tunisino o turkmeno bloccano l'accesso a moltissimi siti, da quelli pornografici ai magazine indipendenti, senza trascurare ovviamente le pagine che parlano di religioni proibite e di diritti umani (...)''anche le democrazie hanno a poco a poco limitato le liberta' individuali dei loro internauti".
Dietro obbiettivi di per se ammirevoli (lottare contro la pedofilia o impedire le truffe in Rete), anche le democrazie occidentali stanno mettendo a punto dei sistemi per limitare la libertà su Internet ma anche (sotto accusa per questo gli Stati Uniti) per controllare il traffico anche al di là del lecito.

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